
La trippa è uno degli alimenti poveri di valore economico ma ricchi nel gusto. principe della tradizione Italiana ed è usata anche all’estero.
Preparare la trippa è un rito antico che unisce l’Italia, dal Piemonte alla Lombardia, ma anche in Toscana, Lazio e Campania, dove esistono le ricette più famose del Bel Paese.
Anche se ogni regione ha le sue ricette, il punto di partenza è sempre lo stesso. Per preparare la trippa il primo passo è recarsi dal macellaio di fiducia e procurarsi questo famoso taglio di bovino, costituito dalle parti del suo stomaco:
- il rumine, il pezzo più grosso e grasso della trippa
- il reticolo, caratterizzato da un aspetto spugnoso
- l’omaso, componente magra dalla struttura lamellare
- l’abomaso, la parte più scura della trippa,
- il duodeno, tratto di collegamento tra lo stomaco e l’intestino.
Ecco che, dopo questi preliminari, siamo pronti per preparare la trippa con una qualunque delle seguenti ricette, una più gustosa dell’altra:
Trippa alla milanese
(detta anche “Busecca”) per 3 persone
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Preparazione:
lessare i fagioli
in un tegame abbastanza capiente, rosolare il burro per 10 minuti con salvia, cipolla, carota e sedano affettati
aggiungere l’omaso tagliato a strisce sottili e cuocere per un’ora aggiungendo di tanto in tanto il brodo
aggiungere l’abomaso tagliato a quadretti e cuocere fino ad asciugare l’acqua
aggiungere i pomodorini e i fagioli a fine cottura, cuocere per 15 minuti.
Servire la trippa ben ristretta in un piatto profondo con parmigiano grattugiato
Lampredotto
(ideale per un panino, tipico cibo da strada fiorentino) per 4 persone
Ingredienti per lampredotto |
Ingredienti per salsa verde |
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Preparazione:
Preparare il brodo di cottura: lavare e sbucciare carote e cipolla e tagliare il tutto a pezzettini come il sedano, i pomodori, i gambi del prezzemolo e a piacere il peperoncino, al quale vanno tolti i semini.
Riempire per 2/3 una pentola di acqua e unire tutti gli ingredienti di sopra, cuocendo tutto fino a bollire.
Aggiungere il lampredotto, al brodo, salare e coprire il coperchio, cuocendo per un’ora e mezza.
Preparare la salsa verde: rassodare un uovo, prendere la mollica di pane e ammollarla nell’acqua, per poi scolarla e strizzarla.
In un frullatore, frullare l’uovo sodo sgusciato, la scorza e il succo di limone, la mollica di pane, l’aglio e l’olio. Salare a piacere.
Quando il lampredotto è cotto, scolarlo e tagliarlo grossolanamente a strisce.
Intingere una metà del panino nel brodo e farcire il panino con il lampredotto e la salsa verde.
Trippa alla Romana
(secondo piatto, tradizionalmente preparata il sabato) per 4 persone
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Preparazione:
Tritare carote, cipolle e sedano e rosolarle nell’olio
Aggiungere la trippa (già pulita come spiegato all’inizio) tagliata a listelli e la menta
Rosolare tutto per altri 10 minuti aggiungendo sale e pepe
Aggiungere il pomodoro e cuocere per altri 30 minuti
Impiattare con una spolverata di Pecorino grattugiato e qualche foglia di menta.
La Macelleria Nisi è attiva a Taranto in viale Magna Grecia 429a e da diversi anni si occupa di soddisfare al massimo i suoi clienti.
Il nostro obiettivo è quello di servire carni selezionate, rigorosamente provenienti da allevamenti italiani, munite di certificazioni di provenienza.
Per info chiama lo 099 772 3167 oppure contattaci su Whatsapp.
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La presenza di acqua in tutti gli alimenti, specialmente la carne, è la causa principale della proliferazione dei batteri, ma una adeguata conservazione può risolvere il problema
E’ dai tempi primordiali che l’umanità si è preoccupata di come conservare la carne. Fin da subito l’essere umano ha capito che il problema principale fosse la presenza dell’acqua, la quale andava eliminata secondo dei processi di essiccazione. Questo è durato fino all’avvento dei frigoriferi e soprattutto dei congelatori, i quali permettono di conservare la carne a lunga durata grazie al processo di congelamento dell’acqua al suo interno.
I congelatori casalinghi operano a circa -19°C (centigradi), una temperatura alla quale i batteri e i microorganismi smettono di proliferare, pur non morendo del tutto, per questo la congelazione consente di conservare la carne per qualche mese. A livello industriale, il progresso tecnologico ha permesso di congelare a temperature molto più basse di -19°C consentendo la surgelazione: l’acqua contenuta nella carne congela molto più rapidamente e i piccoli cristalli di ghiaccio non intaccano i tessuti della carne che ritornerà perfetta una volta scongelata.
Per conservare la carne correttamente, non basta riporla nel congelatore senza alcuna precauzione: oltre l’acqua, un altro elemento a cui prestare attenzione è l’aria. Questa provoca il cambiamento di colore e consistenza della carne, causato dall’ambiente molto secco del freezer. La carne conservata in questo modo risulterà ancora commestibile, ma le parti scure e dure rimarranno tali anche dopo la cottura, rovinando il gusto.
Per eliminare questo inconveniente, si deve conservare la carne nel congelatore nelle buste sottovuoto eliminando quanta più aria possibile, magari facendosi aiutare da un’apposita macchina sottovuoto e da un’ulteriore avvolgimento nella pellicola trasparente da alimenti. Una volta creato il pacchetto, una buona abitudine è di incollare una etichetta dove scriveremo data di conservazione, taglio e tipologia di animale della carne.
Come scongelare la carne
Una volta congelata la carne nel miglior modo, lo scongelamento va eseguito con altrettante accortezze: il procedimento più corretto è quello di estrarre la carne dal freezer lasciandola nella confezione, immediatamente riporlo in una bacinella (per evitare lo scolo dei liquidi) e conservata nel frigorifero per 4-8 ore, a seconda del taglio (più è grande il pezzo di carne, più tempo servirà per scongelarsi). Nel caso non si abbia molto tempo per scongelare la carne, bisogna evitare il microonde, apparecchio adatto in altri ambiti ma non per lo scongelamento. Il modo migliore per scongelare la carne nel più breve tempo possibile è di riporla nel lavandino ancora nella sua confezione e lasciando correre un filo di acqua corrente.
Catena del freddo: cos’è e come possiamo mantenerla?
La “catena del freddo” è un concetto molto importante: significa che la carne va mantenuta refrigerata dal momento dell’acquisto in macelleria fino alla consumazione. Per questo motivo, è bene munirsi di una borsa frigo quando si deve comprare la carne. Un altro suggerimento utile per sapere la scadenza indicativa della carne è che più piccolo è il taglio (partendo dal macinato), prima deve essere consumata.
Altre scadenze indicative:
- Maiale
- frigo: 5 giorni
- freezer: 6 mesi
- Vitello
- frigo: 5 giorni
- freezer: 12 mesi
- Pollo e tacchino (carni bianche)
- frigo: 2-3 giorni
- freezer: 6 mesi
- Manzo
- frigo: 2 gioni
- freezer: 12 mesi
- Selvaggina
- frigo: 1 giorno
- freezer: 9 mesi
La Macelleria Nisi è attiva a Taranto in viale Magna Grecia 429a e da diversi anni si occupa di soddisfare al massimo i suoi clienti.
Il nostro obiettivo è quello di servire carni selezionate, rigorosamente provenienti da allevamenti italiani, munite di certificazioni di provenienza.
Carni bovine, suine, ovine e pollami sono selezionati accuratamente dal titolare.
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Macelleria Nisi ti illustra tutte le caratteristiche della carne di pollo e ti spiega tutto quello che devi sapere prima di consumarla.
Quella del pollo è una delle tipologie di carne più diffuse e amate in tutto il mondo. Il pollo, con la sua “carne bianca” dal sapore delicato, può essere insaporito e condito in moltissimi modi, ad esempio con spezie, verdure, ortaggi, ed è per questo che è diventata la carne più utilizzata al mondo.
Quando parliamo di “pollo” intendiamo sia il maschio che la femmina dell’animale, che vengono allevati per essere consumati a tavola.
Non richiedendo alcun tempo per la maturazione, la carne di pollo può essere consumata immediatamente dopo la macellazione, e questo è uno dei principali motivi per cui il pollame è così diffuso.
Inoltre, c’è da dire che del pollo non si butta via quasi nulla, comprese le interiora e tutto ciò che è commestibile.
Un’altra caratteristica importantissima di questa carne è la cottura veloce. Poiché contiene poco tessuto connettivo, la carne di pollo è più morbida e quindi più veloce da cuocere. Oltretutto questa carne riesce a soddisfare sia i bimbi che le mamme, essendo una carne ricca di proteine e povera di grassi, che ammontano a circa il 7%.
Il grasso del pollo si concentra praticamente tutto sulla pelle o al massimo nel primo strato immediatamente dopo.
Proprio per questo in tutte le diete si impone l’eliminazione della pelle.
Le cosce del pollo costituiscono una delle parti più ricche di grasso, quindi risultano anche più saporite e morbide, mentre il petto rimane la parte meno grassa; anche per questo cucinare il petto di pollo è più difficile per chi non è molto esperto, poiché tende a diventare secco molto in fretta.
Il pollo è anche ricco di sali minerali, in particolare di ferro e di vitamine del gruppo B.
Scopriamo i tagli del pollo
Come abbiamo già accennato, anche del pollo (non solo del maiale!!) non si butta via niente. Anche se petto, cosce ed ali sono certamente le parti più consumate, ci sembra doveroso illustrarvi anche altre parti meno diffuse in cucina ma comunque degne di nota.
Passiamo in rassegna allora tutti i tagli del pollo:
- Petto: la parte più magra; se non cucinata nel modo giusto può risultare secca;
- Coscia: contiene una minima quantità di grasso che però la rende più morbida e saporita;
- Sovracoscia: la parte del pollo migliore per le ricette in umido;
- Ali: anche se non particolarmente carnose, le ali sono ottime sulla griglia o arrosto, oltre che perfette per preparare un ottimo brodo;
- Collo: anch’esso non molto ricco di carne può essere utilizzato per la preparazione del brodo ma può anche essere spolpato dopo la cottura;
- Zampe: la loro ricchezza di collagene le rende perfette per preparare il fondo e per il brodo;
- Frattaglie: cervello, fegato, stomaco e cuore meriterebbero un discorso a parte per la loro particolarità e per le modalità di consumazione. Sappiate comunque che anch’esse possono essere preparate in maniera prelibata.
Parliamo di cottura
Un’altra caratteristica che accomuna la carne di pollo a quella del maiale è la sua facilità di deterioramento. sul fronte igienico. Il proliferare di batteri può costituire il più grosso rischio per i consumatori di pollo.
Dunque la migliore prassi è quella di consumare il pollo appena comprato e di farlo cuocere adeguatamente in modo da non favorire la produzione di germi.
La cottura del pollo deve essere lenta e delicata e, possibilmente, preceduta da una veloce “sigillatura” in modo da ottenere la morbidezza grazie al mantenimento dei liquidi.
Macelleria Nisi vi aspetta per offrirvi la migliore qualità e tutti i consigli culinari e di conservazione delle vostre carni preferite.
Vi aspettiamo in Macelleria Nisi per altri preziosi consigli per le vostre grigliate!
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Il termometro da cucina o da forno è uno strumento davvero molto comodo e pratico, che può fare la differenza nella riuscita di un buon piatto.
Quando cuciniamo conoscere la temperatura del cibo potrebbe garantirci il successo del piatto preparato, ed è per questo che il termometro da cucina costituisce un valido ed importante aiuto. E’ lo strumento ideale per cucinare pollame, carne e altri alimenti, assicurandoci che i batteri vengano distrutti durante una cottura adeguata.
A chi di noi non è capitato almeno una volta di aver creduto che il nostro arrosto fosse pronto perché si presentava croccante e dorato all’esterno, per poi scoprire, una volta tagliato, che all’interno era ancora del tutto crudo?
Ed è’ qui che il termometro da cucina ci offre un aiuto insostituibile.
Infatti, potendo controllare la temperatura delle nostre pietanze, sarà praticamente impossibile sbagliarne i tempi di cottura.
Cos’è e come funziona il termometro da cucina
Un termometro da cucina è un elettrodomestico utilizzato per misurare la temperatura dell’aria del forno o quella di un alimento durante la cottura. Questi termometri sono così potenti che possono resistere e misurare alte temperature, da 37,78°C a poco più di 300°C.
Ne esistono di diverse tipologie a prezzi davvero accessibili e adatti ad ogni esigenza culinaria.
Si dividono in due categorie:
- Termometri ad inserimento
- Termometri ad infrarossi
Vediamo insieme un po’ più nel dettaglio le diverse tipologie.
Termometro ad inserimento da carne
E’ il più semplice da utilizzare. Si inserisce la lunga punta in acciaio detta spillone o spiedino, all’interno della zona più spessa, lontano da ossa e grasso. Viene introdotto nel forno insieme al cibo dall’inizio, in modo che la temperatura inizi a salire gradualmente durante la cottura. L’indicatore di temperatura ci indicherà il giusto livello di cottura dell’interno della carne, rendendo più facile sapere quando l’arrosto sarà perfettamente cotto.
Termometri da forno con sonda
Questo termometro è il più indicato se usiamo molto il forno o la pentola per stufati e arrosti, pane e biscotti. La sonda viene inserita all’interno del cibo e il cavo viene portato all’esterno per controllare la temperatura senza aprire il forno. Includono un allarme che avverte quando viene raggiunta la temperatura desiderata. Adatto anche per liquidi e altre preparazioni calde, per barbecue, grigliate e friggitrici. Di solito includono tabelle di cottura e orientamento programmabili.
Termometro digitale
Il termometro digitale viene molto utilizzato in cucina per misurare la temperatura di dolci, carne e pesce, liquidi, olio, vino, cioccolato ecc.
Ha uno spillone o un ago in acciaio inossidabile, che si inserisce nel cibo e consente di registrare il livello di calore interno che apparirà su un display digitale.
Termometro laser
Misura solo la temperatura superficiale del cibo, quindi è più utile per conoscere la temperatura del forno o per rendere croccanti alcuni cibi.
Termometro ad infrarossi
Misura la temperatura senza entrare in contatto con il cibo, solo avvicinandolo ad esso. Utile soprattutto per creme e liquidi come zuppe, cioccolato, sciroppi, marmellate, olio …
Come usare il termometro da cucina
Affinché un termometro riporti correttamente la temperatura, deve essere posizionato correttamente all’interno del cibo, a circa 5 cm dalla sua parte più spessa per 1 o 2 minuti.
Alcuni termometri consentono la calibrazione. È sufficiente introdurlo in acqua bollente e verificare che indichi 100 ° C / 212 ° F o calibrarlo fino a quando non lo fa.
Devono essere lavati dopo ogni uso a mano con acqua calda e sapone facendo attenzione a non mettere mai la parte di misurazione in acqua. Ciò impedisce la contaminazione incrociata e la diffusione di batteri nocivi.
È conveniente tenere la punta nella custodia, in modo da non pungersi quando la si cerca nel cassetto.
Il termometro da cucina o da forno, è un utensile indispensabile ed insostituibile, che assicurerà alle nostre ricette il successo che meritano.
Vi aspettiamo in Macelleria Nisi per altri preziosi consigli su piatti e metodi di cottura!
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